Ogni violenza compiuta sotto al sole la vidi
E lacrime di oppressi nessuno le addolciva
E violenze di oppressori nessuno le frenava
I morti perché morti io lodo
I vivi no perché vivi
E tra di loro è felice chi ancora non è stato
E il male non ha veduto che sotto al sole facciamo.
E vidi in tanto penare in tanto sforzo essere invidiarsi ciascuno
Forse anche questo è vento che ha fame vento che ha fame.
Sono perverso di schiuma il verso che scende marea composta di mare secco,
come la lacrima che dal video frigge e si disconnette.
Dove la pena che il virtuale soccombe nel reale e viceversa,
sono il niente e di niente mi vesto calpesto, strade di niente,
entro in bar squallidi che versano niente in bicchieri di cobalto,
ossimorica fobia che striscia,
come mano artiglio che perso ha lo sfiorare,
oh sapessi ancora baciare e braccia abbracciare,
sconosciuti fiordi divampano,
dove giaccio brucia cuore o anima,
che fumo soffia come respiro rotto,
non calpestare le righe sussurro da bimbo,
case veleno festa, l’ossimoro che le intenzioni lo schermo sussurra,
io vedo l’ologramma, mi ci tuffo e sono io lo specchio, che,
riflette un mare di niente,
ed è gente, il file è corrotto, in conflitto con il sistema,
non c’è antivirus così potente da cancellare il virus del dolore.
E tutto vidi, nella creazione di Dio,
ma ogni cosa che esiste a tutto quello che accade sotto al sole,
un senso l’uomo non riesce a dare,
ne sopra gli uomini s’affaticano senza poter trovare, ed il sapiente che dice di sapere,
neppure lui ha trovato.
Qohelet, non è solo un disco, ma a mio avviso un opera teatrale. Un disco che non ammicca a nessun mercato, che necessita d’essere ascoltato non in sala da pranzo, ma nel silenzio e al buio.
Inspired by Rio de Janeiro’s iconic Carnival Parades comes this epic synth symphony from Brazilian artist Fordmastiff. Bandcamp New & Notable Dec 3, 2022